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Questo volume - a cura dí Manuela Canestrari - riporta, con brevi commenti introduttivi e con due contributi di Alberto Asor Rosa e di Fausto Bertinotti alla fine, i documenti grafici e scritti del Piano Regolatore Generale di Volterra. Il gruppo di lavoro (coordinato da Alberto Samonà e composto dallo stesso, da Roberto Garavini, da Giovanni Longobardi e da Lionella Scazzosi cui si è aggiunta Manuela Canestrari per lo studio del Centro Storico) ha elaborato il Piano secondo una impostazione di assoluta novità rispetto alle usuali tecniche dell'urbanistica contemporanea in Italia; rovesciando le modalità di formazione dei piani regolatori attraverso la coerenza tra norme, disegni e scelte di sviluppo. Coerenza ottenuta misurando ogni intervento, piuttosto che a partire da dati precostituiti (le "zone omogenee"), con lo studio puntuale del territorio aperto e della città; considerando l'assetto naturale e agricolo dei luoghi, le presenze monumentali e archeologiche, la forma del Centro Storico come veri e propri beni produttivi sulla cui presenza, valorizzata nelle sue diversità, basare le ipotesi - anche economiche - del Piano. In sintesi il Piano così si può descrivere: ogni intervento è misurato sulla propria compatibilità ai luoghi per cui è proposto; il ruolo del Centro Storico, come ruolo guida della qualità complessiva dell'insieme, è affidato alla scientificità dell'analisi morfologica intesa come individuazione e valorizzazione di quanto ancora è per noi presente della sua qualità; il territorio aperto, senza inutili vincoli soltanto nominali, si costituisce come il tessuto connettivo delle qualità ambientali e formali -agricole e naturali - senza nessun intervento aggiuntivo di rilievo ma con un accorto uso di quanto già vi esiste e del quale si mettono in luce i valori confermati dalla storia. In questo quadro emerge come elemento fondamentale la formazione di un grande Parco Archeologico Urbano che nel rivolgersi alla plurimillenaria storia di Volterra ne costituisce "misura" delle trasformazioni, sia nel Centro Storico sia nel territorio aperto, con un inconsueto equilibrio di continuità tra innovazione e conservazione. Si origina, così un Piano regolatore che, al di là della qualità delle scelte, pone comunque dei problemi nuovi sul tavolo dell'urbanistica; affidando, appunto, a una "moderna dimensione della storia" scoperta, studiata e approfondita dagli studi del Piano stesso, il ruolo di generatrice delle scelte.